Ricongiunzione dei contributi

Il Governo sta cercando la soluzione per i lavoratori che, richiedendo la ricongiunzione dei contributi, devono ora pagare somme molto onerose.

Una delle questioni su cui si sta battendo il ministro del Welfare, Elsa Fornero, riguarda la reintroduzione (per lo meno per alcune categorie di lavoratori) della ricongiunzione dei contributi gratuita. I diretti interessati dovrebbero essere coloro che non traggono alcun beneficio evidente da tale operazione, escludendo in ogni caso i titolari di assegni più elevati. Dunque, l’obiettivo è quello di tornare alla ricongiunzione gratuita per chi non supera un determinato importo pensionistico. A tal fine, si attende la circolare ministeriale o dell’INPS che dovrebbe garantire ai lavoratori, che prima dell’entrata in vigore della L. n. 122/2010 sono passati dal settore pubblico a quello privato, senza oneri dei contributi. 

In via preliminare è bene ricordare che la ricongiunzione dei contributi consente, a chi ha posizioni assicurative in gestioni previdenziali diverse, di poter di riunire tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione, allo scopo di ottenere una sola pensione. La ricongiunzione avviene esclusivamente su richiesta del diretto interessato o dei suoi superstiti e deve comprendere tutti i periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, riscattata) che il lavoratore ha maturato in almeno due diverse forme previdenziali, fino al momento della richiesta e che non siano già stati utilizzati per liquidare una pensione.

Stop alla ricongiunzione gratuita – Fino al 30 giugno 2010 la ricongiunzione dei contributi nel F.P.L.D. maturati in ordinamenti pensionistici “alternativi” avveniva senza oneri per il richiedente. Dal 1° luglio 2010 (L. n. 122/2010) invece è stata eliminata la possibilità di trasferire nel F.P.L.D. dell’INPS in modo gratuito la contribuzione versata in altri fondi previdenziali, tra cui l’INPDAP.

Il problema – Ciò detto, il problema riguarda circa 600mila lavoratori (soprattutto quelli del pubblico impiego) che prima del 31 luglio 2010 hanno cessato l’attività nel settore pubblico, passando a quello privato e all’atto della richiesta di ricongiunzione, si sono visti richiedere il pagamento di somme ingenti (nell’ordine di diverse decine di migliaia di euro) se vogliono mantenere il trattamento pensionistico calcolato secondo il metodo retributivo. L’alternativa ci sarebbe, ossia la “totalizzazione”, tuttavia ciò determinerebbe una consistente riduzione dell’importo pensionistico mensile, visto che prevede l’applicazione del metodo contributivo.

La soluzione – Per questo motivo sia il Ministero del Lavoro che la ragioneria dello Stato, nonché l’INPS, stanno al momento valutando come reintrodurre la ricongiunzione gratuita nei confronti del maggior numero di persone possibile, escludendo le pensioni più alte e chi avrebbe dovuto pagare anche prima della L. n. 122/2010. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo la copertura finanziaria che, a regime, ammonterebbe a circa 2,4 miliardi di euro.

05/12/2012

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